giovedì, giugno 19, 2008

Intervallo

Nell'intervallo capita che ti metta a scrivere senza necessariamente sapere quello che scriverai.
Dopotutto, questo spesso capita anche ai professori...dico di iniziare a scrivere senza sapere bene quello che scriveranno...

A volte nell'intervallo si scrive solo per tenere impegnato il cervello, come se il solo atto di scrivere o leggere sia nobilitante in sè. Ci aiuti a non vanificare i 15 minuti che intercorrono fra il primo ed il secondo tempo di una partita.
A volte nell'intervallo si legge. A volte si legge la prima cosa che passa sotto il naso: forse la pubblicità dei computer, forse l'oroscopo, a volte il quotidiano gratuito che distrattamente ci siamo infilati sotto il braccio correndo in metropolitana; forse lo si fa per sentire che oggi ci si è informati, si è letto un quotidiano...
forse solo per tenere impegnato il cervello ed evitare di farsi rubare i 30 minuti che la vettura ogni giorno impiega da lavoro a casa.
Forse nell'intervallo si scrive e si legge qualunque cosa perchè il nostro psicologo ci ha raccomandato di non fermarci mai a fissare il vuoto,
forse per continuare a sentirci esseri pensanti, intelligenti, umani...
Forse nell'intervallo si legge e si scrive sempre e comunque, sempre e qualunque cosa semplicemente per non continuare a sentirci delle bestie...
E sentire che tutto ha un senso.
Che il mondo in qualche modo gira secondo un ordine razionale.

giovedì, giugno 12, 2008

Il caucciù

Quando ero piccolo mi piacevano le "air", qualunque cosa dovessi farci cò ste scarpe, esse dovevano essere "air", dovevo camminare sui cuscinetti.
Che poi appena prendevo un chiodo le mie "air" diventavano "vacuum", se svuotavano!
Ma questo non m'importava.
Poi invece mio padre mi voleva sempre comprare le Superga - ci sta il caucciù sotto - mi diceva.
Ma io il caucciù non sapevo manco come si scriveva, invece "air"...quello si che lo sapevo.
A me le superga mi facevano sempre pensare alla macchia di sugo sulle superga, mi facevano pensare alla cenere mista a terra sulla tela delle superga che mio padre usava in campagna, per "dissodare" il terreno...
quando pensavo alle superga, non pensavo mai al caucciù, pensavo solo alla calce e tufo sulla tela dellesuperga di gechk, mentre lavorava alla betoniera.
Proprio non ci pensavo mai al caucciù, pensavo solo al "air".
Poi adesso invece è successo un pò come quando ho iniziato a mangiare i fagioli: a un certo punto mi son piaciuti e da quel momento quando pensavo ai fagioli pensavo sempre a Bud Spencer e Terence Hill...
Adesso, che non mi capacito del fatto che le Superga abbiano sopravvissuto a questi duri anni di "air", adesso quando penso alle Superga non penso più alla macchia di sugo sulla tela, alla calce, alla cenere, alle terra e al tufo di quelle di gechk il muratore o di quelle di mio padre quando andava in campagna...adesso penso al caucciù,
so anche come si scrive e alle "air" sinceramente non ci penso più.


domenica, giugno 08, 2008

La rivoluzione dell' autostupro


Cosa ci puo' essere di piu' rivoluzionario che masturbarsi su una foto di Ratzinger?

ODDIO...
L'HO FATTO!
Presto!
Mi devo lavare!

mercoledì, giugno 04, 2008

Internazionale


Sta pinsava a na cosa ca sta liggia ieri sobbr’allu giurnali,
lu giurnali si chiama “internazionale” e in pratica scrivi notizi ca venunu ti lu mundu interu…
e sta sittimana parlaunu ti la situazioni Italiana, ti li negri, li zinghiri l’albanisi e tutti sti cristiani ca cu scappunu ti la gguerra o cu fannu nu picca di turnisi, iaticunu na barca ntra lu mari e ziccunu nu viaggiu ca non ci spiccia mai…
Stu giurnali ticia ca sta situazioni in Italia no su supporta cchiu’, ticia ca sti extracomunitari si n’hanna scì e ca l’italiani hannu ziccatu cu mentunu fuecu alli casi ddò quisti dormunu, e hannu ziccatu cu li mannunu ddo li carabbinieri ci l’acchiaunu senza documenti…


Io prendo spunto da quello che diceva quest’articolo per ricordare che l’Italia è il paese che storicamente e geograficamente è sempre stato terra di transito e scambio tra culture differenti.
le nostre varie identità regionali ed i nostri dialetti portano ancora e porteranno sempre traccia di questo passaggio!
Esorto ognuno a parlare nel proprio dialetto ogni qual volta l’identità multiculturale della nostra nazione dovesse essere minacciata.

lunedì, giugno 02, 2008

Ce l'abbiamo duro...


Anche io stamane ho fatto l'alzabandiera,
quindi ho messo la mano sul cuore e ho fischiettato l'inno nazionale...
solo non ho avuto l'ardire di andare a mostrarlo al presidente della Repubblica,
che' anche nel Patriottismo ci vogliono dei limiti di decenza...

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momo ed io non siamo molto compatibili ma dobbiamo rassegnarci a convivere.