martedì, dicembre 04, 2007

CORBATAS


Momo si alza alle 7:30 del mattino.
Un richiamo di responsabilità lo sollecita e lo scuote nel sonno fino a fargli drizzare le antenne in attesa forse della sveglia, che però non suona mai.
Che poi in fondo responsabilità de chè?
Fingere di cercare un lavoro semplicemente continuando a ficcare la faccia, ancora pasticciata dalle righe del cuscino, sul monitor del suo portatile.
Cerca un improbabile cantiere in Madagascar che recluti “giovani” (27anni portati bene), “neolaureati” (fra un po’ famo n’anno) rasta nel cuore e in testa per Mille Euro Rinzecchiti ma Degni Al mese.
Momo pensa che farebbe di tutto per avere una collocazione nel sociale, mentre, ancora sotto il tepore delle coperte porta le gambe ed il bacino sulla destra e da uno strappo fino a far crocchiare tutte le vertebre della spina dorsale.
Perché sarà poi Milano la città prescelta? Forse perché a Milano ci sono più libertà, più opportunità, più civiltà, meno pregiudizi, beh comunque fatto sta, il suo corpo ha preso possesso dell’appartamento in via Tibaldi, e quindi lui qui deve rimanere, almeno fisicamente; ma il suo pensiero è ancora in Messico ancora a parlare con quelle persone povere ma umane che nulla hanno a che fare con le vite scandite dal ritmo dei semafori e dai vassoi messi in fila uno dietro l’altro in attesa di un pasto realizzato nella catena di montaggio della mensa aziendale.
Addenta una nastrina mentre pensa all’eventualità di cercare un lavoro alla PEMEX a città del Messico, addenta la nastrina e pensa: “sàcate la corbata y veràs que respiras mejor!”

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momo ed io non siamo molto compatibili ma dobbiamo rassegnarci a convivere.