venerdì, novembre 14, 2008

Il potere banale

Quando un capo decide di restare in carica cerca di fare in modo che gli altri non si occupino del suo potere, se non nei suoi aspetti più futili e nelle inezie del quotidiano che lo rendono più umano.

Questa cosa non la pensavo solamente in relazione ai fatti contingenti, agli episodi che quotidianamente ed in maniera abbastanza ininfuente riempiono le giornate di questa giovane Italia, la pensavo bensì come una regola in qualche modo standardizzata ed assolutmente perseguita dal potere; con lo scopo forse occultare il potere stesso, umanizzandolo.

Il modello del capo ormai si discosta in maniera definitiva dal Marchese del Grillo che dice "io sò io e voi non sete un cazzo!"
Adesso il potere è simpatico, umano, incontra i suoi sottoposti,
fa bagni di folla nel suo elettorato, fa le corna nelle foto, fa battute fuori luogo,
ti fa entrare nella sua famiglia, ti mostra le sue debolezze per farle apparire simili alle tue.
Adesso il potere si mostra nudo e vulnerabile, il capo chiede il perdono, chiede consenso, chiede fiducia...
in questo modo l'uomo qualunque sente di avere un peso, un potere determinante nelle future scelte dell'azienda in cui lavora, sente che un sacrificio sia in qualche modo dovuto, si sente al centro di un ciclo produttivo che in realtà lo schiaccia.
Sente di doversi mettere l'abito buono per rappresentare in ogni momento nella maniera più adeguata il buon nome della propria patria, del proprio partito o della propria azienda.

Si organizzano grandiosi meeting, mega party in cui su ogni sedia e su ogni banco appare il nome di ognuno, come se tutti realmente percepissero equamente gli stessi benefici derivanti dall'attività che li vede coinvolti.

Non esistono grandi famiglie allargate, non esistono rapporti confidenziali con il capo, non esistono pacche sulle spalle, battute comandate e risate dovute,
quello che esiste è il potere che spesso non si può umanizzare e ancora più frequentemente non ha nulla a che fare con il ruolo tecnico che dovrebbe esercitare nell'interesse degli stakeholders.

Siamo tutti laureati, siamo tutti colleghi, siamo tutti benestanti, siamo tutti antirazzisti, siamo tutti capitalisti, siamo tutti studenti, siamo tutti cattolici,
siamo tutti padri e madri e belle famiglie, siamo tutti multietnici, siamo tutti flessibili, siamo tutti precari, siamo tutti idealisti, siamo tutti imprenditori...
siamo tutti uguali, questo lo sappiamo!
Ma non ci prendete in giro,
conserviamo anche la certezza che, in Italia,
noi siamo noi e
voi sapete benissimo che non saremo mai un cazzo!

1 commento:

Cristiano ha detto...

I commenti cinematografici? Su rieducational channel ... ehmm scusate ... www.amicidelbowling.blogspot.com

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momo ed io non siamo molto compatibili ma dobbiamo rassegnarci a convivere.