Che poi appena prendevo un chiodo le mie "air" diventavano "vacuum", se svuotavano!
Ma questo non m'importava.
Ma questo non m'importava.
Poi invece mio padre mi voleva sempre comprare le Superga - ci sta il caucciù sotto - mi diceva.
Ma io il caucciù non sapevo manco come si scriveva, invece "air"...quello si che lo sapevo.
A me le superga mi facevano sempre pensare alla macchia di sugo sulle superga, mi facevano pensare alla cenere mista a terra sulla tela delle superga che mio padre usava in campagna, per "dissodare" il terreno...
quando pensavo alle superga, non pensavo mai al caucciù, pensavo solo alla calce e tufo sulla tela dellesuperga di gechk, mentre lavorava alla betoniera.
Proprio non ci pensavo mai al caucciù, pensavo solo al "air".
Poi adesso invece è successo un pò come quando ho iniziato a mangiare i fagioli: a un certo punto mi son piaciuti e da quel momento quando pensavo ai fagioli pensavo sempre a Bud Spencer e Terence Hill...
Adesso, che non mi capacito del fatto che le Superga abbiano sopravvissuto a questi duri anni di "air", adesso quando penso alle Superga non penso più alla macchia di sugo sulla tela, alla calce, alla cenere, alle terra e al tufo di quelle di gechk il muratore o di quelle di mio padre quando andava in campagna...adesso penso al caucciù,
so anche come si scrive e alle "air" sinceramente non ci penso più.
10 commenti:
Non mi era mai capitato di valutare l'importanza delle Superga "perchè ci sta il caucciù sotto"...
Le Superga sono le mie scarpe da bambina per eccellenza. Le ho avute di tutti i colori: bianche, rosse, blu, gialle e perfino verdi! Già sporchi dopo due passi, mi decidevo a buttarle solo quando il dolore al tallone (la tela che ricopre la plastica ha sempre peccato in resistenza e durata!) diventava insopportabile e le vesciche iniziavano a farsi vedere... ma l'associazione di idee è immediata: Superga=infanzia, Superga=sorriso!
CMQ il verbo "ABBIANO SOPRAVVISSUTO" mi suona maluccio! Presto...corri ai ripari!
Io, invece, ricordo che quando ero un giovincello tutto sport e brufoloni desideravo ardentemente le REEBOK PUMP. Scarpe maestosamente sgraziate che avevano dalla loro la possibilità di pomparci l'aria dentro (ancora oggi non ho capito a cosa cazzo potesse servire). Mi ricordo che sulla linguetta c'era un pallone da basket in risalto che andava pompato per riempire la camera d'aria che si sviluppava in tutta la scarpa. Ricordo che quando le acquistai ero tutto felice e passavo le mie giornate a pompare ste cazzo di scarpe, nonostante mi si intostassero ai piedi (altro che caucciù!). E dire che oggi andrei in paranoia persino se fossi costretto a confiare una gomma della bicicletta (ed io, peraltro, non mi sognerei mai di usare una bicicletta!). Quando eravamo giovani, sportivi e brufolosi eravamo un pò più dinamici ed anche un pò più coglioni!
Credo che "abbia sopravvissuto" si possa usare nel caso in cui a sopravvivere sia stato un oggetto inanimato...
Prego i linguisti in ascolto di confermare o smentire questa ipotesi.
Anche io ci sguazzavo nelle Reebook pump quando avevo 12 anni.
Adesso mi è capitato di vedere un coglione di 30 anni indossarle, ma lui non era brufoloso e coglione, faceva tendenza!
Per l'anonimo/a:
se penso all'infanzia
ahimè penso ai mocassini,
ai sandali all'occhio di bue,
alle bretelle per reggere i pantaloni,
alle camicine a quadratini
e agli occhiali di plastica marrone.
E perchè ahimè per tutte queste cose?!? A parte le Superga io andavo in giro con pantaloni dalle fantasie improponibili, i capelli corti da maschio perchè mamma non aveva la pazienza di pettinarmi, le magliette delle mie sorelle che però erano ancora buone e quindi si riutilizzavano nonostante le taglie non proprio azzeccate e "la finestra", quel fantastico buco creato dalla caduta degli incisivi! Eppure sono contenta e vado fiera di tutto ciò e anzi, mi viene tristezza quando guardo la maggior parte dei bambini di oggi che sembrano tanti adulti in miniatura...
Dio solo sa quanto ho odiato l'estate quei cavolo di sandalini che ti si infilavano le pietruzze dentro a S Pietro e per toglierle dovevi navigare con il ditino in mezzo ai piedi sporchi di terra... io volevo solo le Cult che quando poi litigavi con le ragazze ti "spricolavano" lo stinco perché c'era il ferro nella punta... vantaggio ottenuto solo con una ventina di chili di peso in più a scarpa.
Insomma, complimenti ai maghi della produzione che riescono a sfruttare i adolescincoglioniti e le loro fissazioni ...
Per non citare nemmeno:
Ape Cross, le scarpe da calcetto di Ronaldo, le cannottiere da basket, fiche barbette caprine, capelli lunghi e soprattutto stivali...
ogni riferimento è casuale...
Vaffancult
La prima volta che ascoltai la parola "caucciù avevo 8 anni. Lo disse un bimbo padovano alla mamma. "Mamma mi dai un caucciù ?" "Ma che minchia è sto caucciù?" Pensai tra me e me. Era una fottutissima gomma da masticare. Prima ancora del caucciù, avevo scoperto le Superga. Avevo scoperto che, lì dentro, il piede puzzava da morire e che erano pessime per giocare a pallone. Nessun'altra informazione serviva a noi ragazzi del Corso Calatafimi alto. Lì, è proprio il caso di dirlo, le Superga non misero mai piede.
Se la mamma lo avesse preso alla lettera probabilmente adesso avremmo uno stupido di meno...
Un bambino del Sud non direbbe mai "mamma dammi nu cauciu"...
Lui lo sa che La Gomma da masticare è una cosa, Il Caucio è un'altra!
Posta un commento